“Una bella pagina per la comunità di S. Andrea, importante per la Chiesa tutta”.
Scandendo queste parole nella Chiesa dei SS Pietro e Paolo in S. Andrea Jonio, Mons. Antonio Ciliberti, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, ha dichiarato conclusa la fase diocesana del Processo di Beatificazione della Serva di Dio Mariantonia Samà (1875-1953), da tutti conosciuta come la “Monachella di San Bruno”.
Il processo era iniziato nell’agosto del 2007, con la formazione del tribunale ecclesiastico. I suoi componenti hanno firmato la conclusione del mandato lunedì, nel corso della celebrazione di chiusura (con un’eccezionale presenza di fedeli) presieduta da Mons. Ciliberti: il Postulatore della causa, don Vincenzo Manzione, il Promotore di giustizia, don Vincenzo Zoccoli, il Giudice delegato, don Edoardo Varano, il notaio, avv. Rita Dominijanni, il notaio sostituto, Daniela Martin e i componenti della commissione storica, don Gregorio Montillo e don Leonardo Calabretta.
“Avete lavorato con passione di Apostoli, - ha detto loro Ciliberti - portandoci a questo evento che ci spinge a interrogarci cosa sia la Santità”. Già in apertura, il parroco, don Francesco Palaia, si era soffermato sul “segno della fede” dei Santi e Mons. Ciliberti ha sottolineato: “La Santità è Dio stesso. Si è Santi nella misura in cui ci si identifica in Dio. Come la Serva di Dio Mariantonia Samà. Nella sua vita di sofferenza – è rimasta a letto con le gambe paralizzate e in posizione supina per 60 anni – ella ha vissuto la Passione, facendo trasparire la bellezza di Cristo nella povertà del suo essere. Lei, inserita nel Mistero Dio-Carità-Amore, ci indica la direzione per dare un senso compiuto alla nostra esistenza terrena”.
Ora, dunque, ci si prepara alla “fase romana” della causa: tre commissioni (storica, giuridica e teologica) esamineranno i documenti raccolti, per verificare la consistenza delle virtù “eroiche” e morali della Monachella, per poi stabilire, in caso di esito positivo, i passi successivi verso la beatificazione.
“I tempi saranno ancora lunghi – ha comunque chiarito il Postulatore, don Manzione – anche se speriamo che la Chiesa riconosca presto la sua diffusa santità. Presso il tribunale ecclesiastico di Genova, infatti, è in corso un’istruttoria per verificare un suo presunto miracolo, fatto che potrebbe accelerare gli sviluppi”.
Don Varano, invece, ha ricordato: “La sua fama di Santa si era diffusa mentre era ancora in vita, grazie alla sua altissima spiritualità, che le veniva dall’unione con Cristo attraverso la sofferenza”.
Proprio il giudice delegato ha anche dato lettura di una testimonianza "extragiudiziale", lasciata dal prof. Brunino Voci, cultore di storia locale e autore di numerosi libri su S. Andrea, scomparso di recente.
Il prof. Voci ha lasciato la sua testimonianza personale scritta, quella di una conoscenza diretta della Monachella: “Fu un’antenna ripetitrice del Vangelo di Cristo – ha letto don Varano nella relazione di Voci – un’immagine – ha spiegato – che rende al meglio la sua importanza per la Chiesa, come dimostrano anche le sue ultime parole, quelle pronunciate prima di morire: "Fai sempre il bene, che riceverai bene".
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