Di sicuro il tempo non è stato molto clemente, soprattutto sabato 5, ma la 16^ edizione della Giornata FAI di Primavera che si è svolta anche a S. Andrea, assieme ad altre 240 città italiane, ha suscitato grande interesse nei visitatori che hanno scelto di parteciparvi.
Soprattutto domenica, al mattino e nel primo pomeriggio, tante persone hanno avuto modo di conoscere da vicino quella che potrebbe, un giorno, diventare area protetta del territorio andreolese.
E' ormai noto che la zona interessata è quella dell'area costiera dal fosso Cupido al torrente Alaca e del suo entroterra.
E' ormai noto che la zona interessata è quella dell'area costiera dal fosso Cupido al torrente Alaca e del suo entroterra.
Un sito naturalistico in cui si passa dal sistema dunale della spiaggia, alla fascia di protezione retrodunale, all'ecosistema agrario costituito da agrumeto ed uliveto.
Andando verso l'interno, poi, si trova la macchia mediterranea collinare e un ecosistema che comprende circa 140 specie di flora (finora catalogate) accanto ad una decina di specie di fauna autoctona.
Attualmente, sono in corso quegli studi che andranno a comporre la relazione botanica e zoologica per "assemblare" l'iter burocratico che il FAI e le associazioni ambientaliste stanno promuovendo per portare alla costituzione dell'area protetta.
All'interno della zona sono anche presenti delle antiche "vestigia".
All'interno della zona sono anche presenti delle antiche "vestigia".
E' stato infatti possibile apprezzare un'antica "stazione delle poste" (località Fondaco) che risale, all'incirca, al 1600.
Oggi, ovviamente, la struttura, formata da una chiesetta e da un fabbricato probabilmente utilizzato un tempo come ricovero per i viaggiatori (da lì passa l'antica strada borbonica), è pressoché diroccata e avvolta da rovi e rampicanti, presentando solo i muri perimetrali e, all'interno, le tracce dell'antica costruzione.
Oggi, ovviamente, la struttura, formata da una chiesetta e da un fabbricato probabilmente utilizzato un tempo come ricovero per i viaggiatori (da lì passa l'antica strada borbonica), è pressoché diroccata e avvolta da rovi e rampicanti, presentando solo i muri perimetrali e, all'interno, le tracce dell'antica costruzione.
Una struttura che, comunque, mantiene un notevole fascino, "persa" com'è nell'agrumeto e quasi del tutto nascosta allo sguardo umano.
Ad effettuare le visite guidate sono stati i membri della cooperativa "Segreti Mediterranei" di Sersale, che opera nelle "Valli Cupe" nella zona della Sila Piccola (http://www.vallicupe.it/). A loro è toccato accompagnare i visitatori lungo il percorso naturalistico e spiegare loro la ricchezza ambientale che ancora è possibile trovare in questa zona.
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