Svolta nella vicenda che, da tempo, vede contrapposti di fronte al Tar Enrichetta Lucifero e il Comune di S. Andrea Jonio
Si deciderà nel merito sul ricorso di Enrichetta Lucifero contro la nota n. 6311 (che torna nella sua piena efficacia) emessa dal Comune di S. Andrea Jonio il 21 ottobre 2008, con la quale l’amministrazione intendeva sgomberare un’area demaniale in località Vallone Bruno, presumibilmente occupata abusivamente dalla Lucifero assieme ad altri.
La decisione del Tar di Catanzaro è stata presa nella seduta di ieri mattina (presidente Cesare Mastrocola, consigliere Giovanni Iannini, primo referendario Giovanni Ruiu).
Da parte della Lucifero, tutelata dall’avv. Giovanna Altilia, è stata presentata la rinunzia all’azione cautelare della sospensiva. Dopo tale passo, e dopo le considerazioni esposte dall’avv. Antonello Sdanganelli, legale del Comune di S. Andrea Jonio, dalla camera di consiglio è scaturita la decisione di rinviare la decisione nel merito.
Soddisfazione è stata espressa da parte dell’avv. Sdanganelli, che ha sottolineato: “Ora, la funzione amministrativa del Comune non ha più alcuna limitazione”.
La 6311, come già accennato, è la nota esecutiva di un’ordinanza di sgombero (la n. 4/2005) emanata dal Responsabile del servizio urbanistico, demanio e patrimonio “su un’area di 113.140 metri quadrati di demanio marittimo in località Vallone Bruno abusivamente occupata”.
Verso questa nota, che avrebbe dato il via libero allo sgombero il 24 novembre scorso, da parte della Lucifero venne presentato ricorso previa sospensiva, accolto dal Tar con diverse proroghe “ad tempus”. Nel frattempo, viaggiava in parallelo un altro ricorso della Lucifero, verso l’ordinanza 4/2005, dichiarato estinto lo scorso 12 febbraio.
Oggi, dunque, con il rinvio nel merito, si ha una situazione del tutto nuova.
Infatti, non essendo stati decisi nuovi provvedimenti dal giudice amministrativo, che ha soltanto rinviato al merito, riemerge in pieno l’efficacia della nota n. 6311 che diventa, di fatto e in diritto, esecutiva, aprendo a nuovi, e forse definitivi, scenari sulla lunga querelle giudiziaria.
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