Già il fatto di averne trovato il cadavere alcuni giorni dopo il probabile decesso aveva fatto capire che l’inchiesta sulla morte di Armando Feudale - il 42enne di Isca sullo Jonio investito da un’auto la sera del 10 aprile e sbalzato nella scarpata che lo avrebbe nascosto agli occhi di tutti per quattro giorni – non sarebbe stata una passeggiata.
A confermare la prima impressione sta il fatto che l’autopsia, iniziata alle 17 di mercoledì scorso da parte del medico legale incaricato, la dottoressa Federica Colosimo, dopo il primo sopralluogo da lei effettuato, sia stata affidata al Prof. Pietrantonio Ricci, direttore della Scuola di specializzazione in Medicina Legale dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.
Sul cadavere di Feudale, intanto, sono stati effettuati prelievi di tessuto che saranno analizzati per fare luce sulle cause del decesso. Il risultato, però, sarà noto almeno tra una settimana. Considerata la delicatezza del caso, il referto dell’autopsia, ultimata in tarda serata, è stato secretato.
Si profila, dunque, un caso complesso per gli inquirenti che già la mattina di martedì scorso hanno cercato, sul luogo della tragedia, elementi utili per fare luce sul caso, recuperando tra i suoi effetti personali il cellulare, riposto all’interno del marsupio: elemento che farebbe ipotizzare agli inquirenti una morte immediata di Feudale, che, altrimenti, avrebbe tentato almeno una chiamata di soccorso.
A far venir fuori la vicenda è stata l’auto-denuncia di A.S., il 25enne di Badolato conducente della Opel Vectra che ha investito Feudale mentre, a piedi, procedeva verso Isca Marina dopo aver cenato in una pizzeria di S. Andrea Jonio. Il giovane ha dichiarato ai carabinieri di non essersi reso conto di aver colpito un uomo, credendo si fosse trattato di un animale. Solo quattro giorni dopo - sentitosi dire dal carrozziere che quei danni non potevano essere stati causati dall’urto contro un animale - tornato sul luogo dell’incidente, ha constatato la tragedia recandosi poi dai carabinieri di Badolato. Il giovane, assistito dall’avvocato Salvatore Staiano, è stato ascoltato dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Francesco De Tommasi, che, comunque, non ha emesso provvedimenti restrittivi nei suoi confronti.
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