mercoledì 15 aprile 2009

Trovato il corpo di un uomo morto da venerdì scorso dopo essere stato investito da un'auto

L'investitore credeva di aver colpito un animale. Il cadavere ritrovato grazie alla sua auto-denuncia, avvenuta ieri mattina.
La sera di venerdì scorso aveva investito un uomo. Il buio lo aveva ingannato: pensava di aver investito un animale. Ma ieri mattina, tornato sul posto, ha notato un corpo nella scarpata che costeggia la strada. E ha capito.
Il cadavere di Armando Feudale, 42nne di Isca sullo Jonio, è stato rinvenuto ieri mattina dai carabinieri in località “Salubro” di S. Andrea Jonio.
L’uomo era rimasto vittima dell’impatto avvenuto intorno alle 21, quando l’Opel Vectra guidata da A.S., 25enne di Badolato, lo ha colpito mentre, a piedi, percorreva la Statale 106 in direzione sud, nella corsia opposta al proprio senso di marcia. Il violento impatto ha fatto volare il corpo in una piccola scarpata vicina, dove nessuno, per tre giorni, lo ha notato.
Ai carabinieri A.S. ha dichiarato di non aver capito cosa avesse urtato e di aver proseguito la marcia in direzione nord. Il povero Feudale è così rimasto riverso a terra, non si sa ancora se morto sul colpo o dopo qualche ora di agonia. Su questo farà luce l’autopsia del medico legale, la dottoressa Federica Colosimo, che ieri, intanto, ha eseguito una prima ricognizione cadaverica. L’ipotesi di reato, come da prassi in questi casi, è quella di omicidio colposo ma al giovane non è stato ancora contestato nulla.
Ieri pomeriggio, è stato sentito in Procura dal Sostituto Francesco De Tommasi, dopo che, in mattinata, si era presentato alla stazione carabinieri di Badolato, retta dal maresciallo Pietro Antonio Quaresima, per denunciare l’accaduto.
Il giovane avrebbe dichiarato di non essersi reso conto di aver urtato un uomo ma, piuttosto, – avrebbe dichiarato – un grosso animale. L’indomani (sabato), A.S. sarebbe tornato sul posto, non notando però alcunché di strano. Solo quando ha portato l’auto in carrozzeria, martedì mattina, il titolare gli avrebbe fatto notare l’entità dell’impatto, poco compatibile con l’urto di un animale.
Così, il giovane, tornato sul luogo dell’urto, ha notato, questa volta, un giubbotto nella vegetazione. A quel punto, intuita la gravità del fatto, si è recato dai carabinieri.
I militari, non appena giunti sul posto, hanno constatato la presenza del cadavere. Oltre ai militari di Badolato, sono arrivati i colleghi del nucleo radiomobile di Soverato, guidati dal tenente Giancarlo Russo e quelli di S. Andrea, con il maresciallo Giuseppe Vergallo, assieme ad altre pattuglie.
I rilievi effettuati andranno ad unirsi all’esito dell’autopsia che sarà eseguita presso l’istituto di medicina legale dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. Feudale, che - stando ad alcune dichiarazioni dei carabinieri - soffriva di disturbi psichici, lascia l’anziana madre che, abituata ai suoi frequenti giorni di assenza, non ne aveva denunciato la scomparsa. Solo pochi giorni fa, il 42enne aveva cercato di contattare alcuni amici abruzzesi, ex compagni di studi, per sincerarsi delle loro condizioni dopo il terremoto de L’Aquila.
Nelle foto, a partire dall'alto: 1) il luogo del rinvenimento; 2) il cadavere coperto da un lenzuolo; 3) Armando Feudale

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