martedì 8 luglio 2008

Sequestro Jungle Beach: Fortugno "provvedimento insensato"

“Non sappiamo più contro chi stiamo lottando”.
Queste parole, pronunciate poche ore dopo il sequestro, sabato scorso, dell’area dove sarebbe stato ricostruito il lido “Jungle Beach”, distrutto lo scorso anno da un incendio doloso, rappresentano lo stato d’animo del proprietario Rocco Fortugno che con i suoi due figli sta tentando di “ripartire”.
Nell’evidenziare che “non avevamo neanche iniziato a costruire” annunciano una difesa forte e respingono i reati contestati dai carabinieri del nucleo di Cosenza per la tutela del patrimonio culturale, accompagnati dal funzionario della polizia provinciale Domenico La Gamma e dai militari della locale stazione.
“Avevamo presentato al Comune una d.i.a. (denuncia di inizio attività) per poter avviare i lavori, superando le impasse della burocrazia degli ultimi mesi, come consigliato, del resto, dal responsabile del dipartimento ambiente della Provincia, Domenico La Gamma. Ora, ci contestano una difformità della d.i.a. (ai sensi dell’art.181 del d.lgs. 42/2004, codice beni culturali e paesaggio) di 15 (quindici) cm su 405 mq totali”.
Insomma, la presentazione della d.i.a. pareva avere ormai assicurato l’avvio dei lavori, “salvo poi vederci, invece, contestare la violazione dell’art.44 c.1 lett. C del TU in materia edilizia per “lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio o interventi edilizi in zona con vincoli in variazione essenziale o totale difformità o assenza di permesso”.
Infine, l’attribuzione dei reati previsti dagli artt. 633 e 639 bis del Codice Penale, per “invasione di terreni e edifici e occupazione abusiva”, Fortugno la definisce: “una cosa insensata. Noi abbiamo una regolare concessione, come dimostra la domanda di rinnovo presentata al Comune a settembre 2007. – e sottolinea – Un atto deciso sulla scorta degli artt. 9 e 11 del Piano regionale sull’utilizzo del demanio marittimo, che per il rinnovo della concessione demaniale, impone all’interessato la manifestazione della volontà di proseguire l’esercizio entro 90 giorni dalla scadenza (che era a dicembre 2007), dopodiché (art.11) la concessione si rinnova automaticamente per altri sei anni”. E in attesa che la situazione evolva, - tra impegni economici presi, l’elargizione del Fondo di solidarietà per le vittime di intimidazioni ambientali, con tutta probabilità, da restituire perché, se concessa, non potrà essere impiegata nella ricostruzione - Fortugno chiederà al Comune l’autorizzazione per aprire un chiosco sull’area in concessione demaniale, come già fatto lo scorso anno “e – sottolinea - ai sensi della Legge 88/2001”.

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