Il dizionario Andreolese-Italiano realizzato dal prof. Enrico Armogida - "un lavoro fatto con affetto per la gente di S. Andrea" ha precisato l'autore - è “un’operazione di salvaguardia di quel patrimonio di ricordi che è il dialetto” - ha detto il sindaco Maurizio Lijoi - ma anche “un dizionario enciclopedico unico in Italia, che valorizza la cultura rurale” - ha aggiunto il cultore di storia locale Salvatore Mongiardo.
E le loro sono solo alcune delle frasi con cui è stata descritta l’opera, patrocinata dal Comune di S. Andrea Jonio che, ora, vorrebbe anche farla diventare "libro di testo" per le scuole andreolesi.
Il volume, attraverso il recupero e l’esauriente esposizione dei vocaboli e della loro etimologia, fissa la memoria di quella cultura contadina la cui scomparsa avrebbe cancellato per sempre la nostra civiltà rurale, che in Calabria ha attraversato il Novecento fino agli anni ‘70.
“A saperlo leggere – ha evidenziato, infatti, l’autore – nel dizionario si trova quel mondo contadino che oggi sembra ormai scomparso”.
Il volume, attraverso il recupero e l’esauriente esposizione dei vocaboli e della loro etimologia, fissa la memoria di quella cultura contadina la cui scomparsa avrebbe cancellato per sempre la nostra civiltà rurale, che in Calabria ha attraversato il Novecento fino agli anni ‘70.
“A saperlo leggere – ha evidenziato, infatti, l’autore – nel dizionario si trova quel mondo contadino che oggi sembra ormai scomparso”.
“Emerge quella che fu una civiltà povera ma buona e ricca di valori, attraverso l'esposizione di fatti, eventi, biografie di personaggi come, tra gli altri, Saverio Mattei, la Monachella di San Bruno, l'architetto Francesco Armogida” ha spiegato Salvatore Mongiardo che poi ha anche evidenziato come l’opera costituisca “una riappropriazione dei nostri territori linguistici”.
La salvaguardia del dialetto come "cultura" e come "storia del paese" rappresenta, in effetti, un punto essenziale del lavoro perché “le parole sono l’anima delle persone” ha sostenuto l’autore. Dunque, non una mera registrazione di vocaboli ma una “rappresentazione nel pieno della loro vitalità culturale e nella fraseologia d’uso”.
Un’intenzione che si scorge con chiarezza: “Si nota la vivacità della lingua – ha evidenziato, infatti, il prof. Gerardo Pagano – e l’autore ha ricostruito l’uso delle parole delineando anche una storia di coloro che hanno abitato il territorio, con la rappresentazione di persone e valori realmente vissuti, che hanno inciso e caratterizzato la vita del paese”.
Il dizionario, insomma, svolge "un'affermazione dell'identità culturale di S. Andrea, facendo cogliere come la lingua dialettale sia frutto di diverse commistioni sospinte dall'evoluzione della storia".
E la particolarità di quella che potremmo, dunque, definire come la "lingua andreolese" è stata messa in evidenza nel corso della presentazione - che ha visto numerose testimonianze di colleghi ed ex alunni del prof. Armogida (che hanno dato un contributo nei primi anni di "gestazione" del dizionario) - anche dal prof. Ulderico Nisticò, che ha evidenziato l'unicità del dialetto andreolese "grazie alla particolare fonetica e alla sovrapposizione di parole di diversa etimologia".
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