Il “conclave” di domenica prossima potrebbe fornire la linea operativa per l’istituzione dell’area protetta e, in più, dovrebbe sancire la posizione verso le associazioni ambientaliste.
E’ l’ora di riflettere per l’amministrazione comunale di S. Andrea.
Il doppio ricorso al Tar presentato nei giorni scorsi da Legambiente, Fai, Wwf e Italia Nostra contro le linee guida del piano spiaggia è stato l’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di tensione, dopo lo scontro frontale esploso a gennaio. Allora, le associazioni lamentarono una carenza di dialogo con il Comune, evidenziando una sua limitata volontà di tutela verso il tratto di costa “Alaca-Cupito” interessato dal progetto.
Una tesi smentita seccamente dal sindaco Maurizio Lijoi che, allora, lanciò l’idea di istituire l’area protetta in maniera “autarchica”, senza le associazioni, intendendo ribadire “la sensibilità che sempre S. Andrea ha avuto per il suo patrimonio naturale”.
L’ultimo atto della storia è stata la scelta di stracciare, nell’ultimo consiglio comunale, il protocollo d’intesa con Legambiente, siglato lo scorso anno per la creazione dell’oasi naturale.
Ma se da un lato, al momento tra le parti pare non esserci ancora dialogo, qualcosa potrebbe cambiare dopo la riunione di questa domenica. Nell’incontro, probabilmente, accanto alle scelte politiche, si terrà in dovuta considerazione anche il “mea culpa” che i responsabili delle associazioni ambientaliste hanno fatto nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Catanzaro lunedì scorso, con la presenza dell’assessore regionale all’ambiente Diego Tommasi. Un mea culpa espresso rispetto all’iniziale irrigidimento delle posizioni e dando anche atto al Comune di S. Andrea “di avere finora difeso un’area dall’elevato interesse ambientale e turistico” - come ha sottolineato il presidente regionale di Legambiente Antonino Morabito - e dopo aver scandito che “nessuno di noi considera dei cementificatori gli amministratori di S. Andrea”.
In quella sede, i responsabili delle quattro associazioni hanno anche ribadito l’importanza di dare comunque vita all’area protetta sul suggestivo tratto di costa andreolese: “un sito che potrebbe richiamare turisti durante tutto l’anno, con un indotto economico e un ritorno d’immagine ragguardevole per il paese” ha detto Pino Paolillo del Wwf.
Nessun commento:
Posta un commento