lunedì 7 marzo 2011

Furto in un capannone: 400mila euro il valore del bottino

Ladri dal passo felpato e un colpo da centinaia di migliaia di euro. Il piano lo avranno studiato per giorni, ricostruendone punto per punto ogni minimo particolare; del resto, non è semplice “ripulire” nottetempo un capannone colmo di automezzi e utensili senza che nessuno se ne accorga.

Eppure, nella notte tra venerdì e sabato scorsi, alcuni ignoti ladri sono riusciti a trafugare un camion, tre trattori, un furgone, un miniescavatore, un rimorchio, martelli pneumatici, motoseghe e varie altre attrezzature da lavoro per un valore di circa quattrocentomila euro, sottraendoli da un capannone situato in cima a una collina in località “Mirarchi”, nella marina di Sant’Andrea Jonio, senza che nessuno, al momento, si sia accorto del benché minimo movimento.

L’interno del fabbricato - si tratta di una ex industria conserviera realizzata negli anni Novanta - è suddiviso in diversi spazi, che vengono normalmente utilizzati da tre ditte differenti: una operativa nel settore edile, una in quello nautico e l’altra in quello agricolo. Per entrarvi, i malviventi hanno forzato il lucchetto che chiude il cancello, dedicandosi poi all’apertura delle serrande del capannone, dal quale hanno cercato di portar via il più possibile. Diversi interrogativi riguardano le modalità con le quali è stato portato a termine il furto. Per raggiungere il capannone, infatti, è necessario attraversare una strada urbana (la via Sandro Pertini) dove si trovano diverse villette a schiera. Dunque, chi ha deciso di muoversi durante quella notte, magari approfittando del maltempo che imperversava nella zona, avrà studiato un preciso piano per cercare di fare meno rumore possibile: del resto, non sarebbe stato semplice, e soprattutto silenzioso, passare in mezzo alle case a bordo di trattori, furgoni ed escavatori. Per cui è molto probabile che i ladri si siano serviti degli stessi mezzi pesanti sui quali sono stati caricati i trattori, l’escavatore, e il resto del materiale.

Le indagini dell’Arma dei carabinieri, coordinate dai militari della Compagnia di Soverato e da quelli della Stazione di Sant’ Andrea Jonio, sono ovviamente in pieno svolgimento e stanno battendo ogni pista. Al momento, però, resta il fatto di un “colpo” pesante sia per il valore complessivo del materiale rubato sia per l’impatto potenziale sull’attività lavorativa delle tre ditte, che danno lavoro a diverse persone della cittadina ionica.

martedì 1 marzo 2011

Il programma del Carnevale andreolese

La locandina degli eventi previsti per il Carnevale andreolese 2011

martedì 1 febbraio 2011

L'albo pretorio a portata di "click"

E' stato attivato l'albo pretorio comunale on-line.
All'indirizzo http://albo.santandrea.gov.it/ troverete tutti gli atti che riguardano la vita amministrativa del Comune.

martedì 18 gennaio 2011

Ladri di rame in azione

Ammonta a circa 10.000 euro il valore del rame che ignoti hanno sottratto, di notte, da alcune linee dell'Enel a Sant'Andrea Jonio, in località Alaca.
Il fatto è stato denunciato proprio dalla società elettrica, che si è accorta di una interruzione imprevista della fornitura di energia lungo la linea. Dopo il sopralluogo effettuato dai tecnici è stato riscontrato il furto dei cavi in rame, circa 1.000 metri di lunghezza in tutto. I ladri avranno probabilmente approfittato del fatto che quella linea è situata in una zona vasta e del tutto isolata del piccolo centro ionico, precisamente nella zona di campagna a nord, al confine con il Comune di San Sostene. Così, agevolati dall'assenza di persone nei paraggi e rischiando comunque di rimanere folgorati - generalmente, infatti, questa "categoria" di ladri interviene disattivando abusivamente e precariamente delle reti elettriche attive - avranno potuto lavorare pressoché indisturbati.
Sul fatto stanno indagando i carabinieri della Stazione cittadina, guidati dal maresciallo Camillo Privitera, mentre da parte del gestore elettrico si è provveduto a ripristinare il regolare flusso di energia sulla linea interrotta. Ovviamente, adesso non sono stati più installati i consueti cavi in rame bensì quelli in più economico alluminio (anch'esso buon metallo conduttore), in modo da scongiurare eventuali "ritorni" dei ladri, attratti dai soldi che in genere si ricavano dalla vendita del rame.

venerdì 14 gennaio 2011

Caso Battisti: condanna unanime alla mancata estradizione

«Il “caso Battisti” è una questione di giustizia, dignità e coscienza». Riflettendo su queste parole, il Consiglio comunale di Sant’Andrea Jonio ha trovato uno spirito e un voto unanime nel condannare la mancata estradizione dal Brasile dell’ex terrorista Cesare Battisti, condannato all’ergastolo in Italia per quattro omicidi, tra i quali quello di un giovane di origine andreolese, Andrea Campagna, poliziotto della Digos ucciso a Milano all’età di 25 anni proprio da Battisti, il 19 aprile 1979. L’assise cittadina convocata dal sindaco Gerardo Frustaci ha condannato la decisione dell’ormai ex presidente del Brasile, Lula da Silva, che non ha concesso l’estradizione dell’ex terrorista, riconoscendolo come rifugiato politico, invitando le istituzioni italiane a riportare Battisti in Italia ed esprimendo il proprio sostegno alla famiglia Campagna. Gli interventi hanno stigmatizzato senza alcun distinguo la scelta, definendola «incomprensibile». «E’ una decisione che oltraggia la memoria del nostro concittadino - le cui spoglie riposano nel nostro cimitero - che aiuta un criminale e offende le nostre istituzioni» ha spiegato Frustaci. Il consigliere di opposizione Giuseppe Commodari ha ricordato gli anni in cui Andrea Campagna - a cui è stata intitolata la “Scuola Allievi Polizia di Stato” di Vibo Valentia e una via della Marina - viveva a Sant’Andrea con la famiglia, poi emigrata al nord. «Il terrorismo è sempre stato un nemico della democrazia italiana – ha evidenziato –, oggi, dunque, siamo del tutto favorevoli a questa ferma condanna. Certamente, riteniamo che il governo italiano avrebbe dovuto fare di più, senza cercare di sfruttare mediaticamente la questione». «Rammarico, delusione e rabbia» sono stati espressi dall’assessore Pietro Campagna, che ora confida nella nuova presidente brasiliana, Dilma Rousseff, affinché riveda una decisione che è «offensiva verso l’Italia». Il consigliere Andrea Aloisio ha definito Battisti «un volgare carnefice che deve andare in galera», mentre il capogruppo di maggioranza Maurizio Cosentino ha espresso fiducia nella possibilità che, alla fine, Battisti possa essere estradato, rivolgendo un ricordo all’agente, definito un «uomo delle istituzioni». L’unanimità ha così racchiuso lo spirito dell’assise, per la quale si registra il «grande apprezzamento» del Coisp provinciale (sindacato di Polizia): «Battisti – ha affermato il portavoce Giuseppe Brugnano – deve pagare il suo debito con la giustizia italiana, per questo il Coisp ha promosso iniziative di protesta contro il governo Brasiliano e partecipa con convinzione ad iniziative importanti come quella del Comune di S. Andrea».

sabato 8 gennaio 2011

Caso Battisti: lunedì prossimo ne discuterà anche il consiglio comunale

Il "caso Cesare Battisti" approda anche nell'aula consiliare di Sant'Andrea Jonio, paese di cui era originario Andrea Campagna, una delle vittime dell'ex terrorista dei Pac ("Proletari armati per il comunismo").
Il civico consesso convocato per lunedì prossimo, 10 gennaio, alle 17.30 dal sindaco Gerardo Frustaci avrà proprio la protesta contro la mancata estradizione di Battisti dal Brasile come unico punto all'ordine del giorno.
Di recente la vicenda è tornata alla ribalta per via della scelta dell'ormai ex presidente brasiliano Lula di non permettere l'estradizione dell'ex terrorista in Italia, dove deve scontare la pena definitiva dell'ergastolo per ben quattro omicidi. Tra questi c'è proprio quello di Campagna, agente della Digos ucciso, all'età di 25 anni, il 19 aprile del 1979 a Milano, dove si era trasferito da diversi anni assieme alla sua famiglia.
Il primo cittadino di Sant'Andrea parla di «enorme amarezza per quanto sta accadendo. Una situazione che offende la memoria di un nostro concittadino che ha dato la sua vita per lo Stato. Per questo - aggiunge Frustaci - riteniamo sia giusto convocare il civico consesso, la massima istituzione comunale, nel quale proporremo di esprimere una forte critica alla decisione di concedere lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti, una persona condannata con sentenza definitiva dalla giustizia italiana».

Caso Battisti: il rammarico della famiglia di Andrea Campagna

«Ormai ce lo immaginavamo ma in cuor nostro confidavamo che il presidente Lula non facesse di Battisti un "Che Guevara" italiano e offendesse, così, il nostro stato di diritto».
Amarezza, rassegnazione e spirito civico si fondono nelle parole di Maurizio Campagna, fratello di Andrea, l'ultima vittima di Cesare Battisti, il terrorista dei Pac (proletari armati per il comunismo) condannato all'ergastolo per quattro omicidi avvenuti negli anni Settanta e oggi al centro della contesa diplomatico-giudiziaria tra Italia e Brasile per la sua estradizione.
Campagna era un agente di Polizia, originario di Sant'Andrea Apostolo dello Jonio, da dove la sua famiglia era andata via per trasferirsi a Milano intorno alla fine degli anni '60.
Quel 19 aprile 1979, giorno in cui Campagna fu ucciso dalla 357 Magnum di Battisti, funge da spartiacque per la sua famiglia, che già da allora avvia un silenzioso cammino alla ricerca della giustizia. Giustizia che sembra arrivare con le condanne definitive dei componenti dei Pac e che infliggono a Battisti il carcere a vita. Nel percorso giudiziario, la famiglia Campagna (rispettosa della volontà del padre Giuseppe, scomparso nel 2005) resta all'esterno, non si costituisce parte civile poiché crede fermamente che quello Stato di cui il proprio figlio era un servitore e per il quale è morto si occuperà di tutto e garantirà il giusto risarcimento, in particolare quello della "Giustizia".
Le cose, però, si complicano con la fuga di Battisti e il recente "niet" all'estradizione deciso dal presidente brasiliano Lula proprio nell'ultimo giorno del suo mandato, che fa dire a Maurizio Campagna – e alle sorelle Anna e Sabrina e alla madre Antonietta (vedova dal 2005) – non solo che si tratta di una decisione «inqualificabile, che fa uscire di scena Lula nel peggiore dei modi» ma anche che il problema è tutto politico e «riguarda la credibilità stessa dell'Italia, visto che è stata sostanzialmente massacrata la nostra giustizia e anche il nostro sistema giudiziario che, invece, è il più garantista del mondo».
Nemmeno l'unità politica a sostegno dell'estradizione di Battisti placa il doloroso rammarico della famiglia, «già in passato era stata espressa una posizione analoga» ricorda Maurizio, e quando alle parole non seguono i fatti, il rischio di apparire ininfluenti diventa tristemente reale.

mercoledì 5 gennaio 2011

Evade dagli arresti domiciliari ma i carabinieri lo fermano dopo nemmeno un'ora

È durata poco più di un'ora la fuga di un giovane evaso lunedì sera, nel centro storico di Sant'Andrea Jonio, dagli arresti domiciliari. Si tratta del ventiduenne Felice D'Arrigo, di origine messinese, fuggito intorno alle 21 da una comunità terapeutica che ha sede nel borgo andreolese, nella quale si trovava da diversi mesi (vi era giunto nel luglio 2010) agli arresti domiciliari per alcuni furti e rapine commessi in Sicilia.
L'allarme è stato lanciato proprio dalla vigilanza della comunità e i carabinieri della Stazione di Sant'Andrea Jonio, guidata dal maresciallo Camillo Privitera, si sono subito messi alla sua ricerca. Il giovane è stato rapidamente trovato nei pressi della strada statale 106, a Sant'Andrea Marina, mentre, probabilmente, cercava qualche passaggio alle automobili in transito. I militari lo hanno dunque tratto in arresto con l'accusa di evasione dai "domiciliari".
Già ieri mattina, Felice D'Arrigo è comparso davanti al giudice monocratico del Tribunale di Catanzaro per essere processato col rito direttissimo in quanto arrestato in flagranza di reato. Il togato ha convalidato l'arresto e, nella direttissima, ha confermato per lui il regime degli arresti domiciliari nella stessa comunità terapeutica andreolese.

lunedì 3 gennaio 2011

La premiazione del concorso "Presepiamo 2010"

Qualcuno lo ha costruito all’interno di un forno a legna, qualcun’altro lo ha racchiuso in una botte, addirittura c’è chi lo ha realizzato interamente commestibile. Insomma, non si può dire che sia mancata la fantasia ai partecipanti del concorso “Presepiamo 2010”, organizzato dall’assessorato comunale al Tempo libero guidato da Francesco Monsalina. Tre le categorie di presepi previste dal concorso: classico, fantasia e innovativo.
Ad aggiudicarsi il primo posto nella prima sezione è stato quello dell’associazione “Primavera andreolese” (nella foto a sinistra il sindaco premia Elisa Mirarchi in rappresentanza dell'associazione) guidata dal presidente Giuseppe Stillo. L’opera è stata realizzata da Giuseppe Samà. In questa categoria, tra l’altro, una menzione particolare l’ha avuta quello realizzato dall’arciconfraternita del “SS Sacramento”, (nella chiesa matrice) inserito come "fuori concorso" ma meritevole del massimo punteggio (40 punti) da parte della giuria composta da: Alfredo Varano, Salvatore Frustaci, Annamaria Cosentino e Nicola Ranieri. Piazzamenti interessanti per quelli costruiti dal gruppo “Vivi Malajira” e dalla Villa della Fraternità.
Nella categoria Fantasia, l’associazione Pro-loco “Sant’Andrea” - nella foto accanto a destra, il sindaco consegna il trofeo alla vicepresidente Virginia Perri - con il presepe costruito all’interno di un forno a legna comunale (ideato e realizzato da Emanuele Codispoti) ha stupito tutti e ha sfiorato i 40 punti (37). In questa categoria, peraltro, si è registrata la brillante idea della signora Bruna Muccari che ha composto un presepe (seconda foto a sinistra) utilizzando esclusivamente parti commestibili: patate, zucche, noci, vari formati di pasta, mandarini e persino dell’orzo perlato. Infine, nella sezione dedicata al presepe innovativo ha vinto quello realizzato dalla famiglia Marascio al Bar Sport, (nella foto a sinistra, il premio viene ritirato da un rappresentante dei commercianti di via Nazionale, Marcello Samà) con la capanna inserita all’interno della cavità di una botte.
I premi sono stati consegnati nella sala consiliare dall’assessore Monsalina e dal sindaco Gerardo Frustaci, che hanno ringraziato tutti i partecipanti.
Nel corso della cerimonia, sono anche stati consegnati dei riconoscimenti “alla carriera” a due maestri dell’antica arte andreolese della lavorazione dell’argilla: gli "argagnari" Lorenzo Mirarchi e Francesco Samà (nella foto a destra, un momento della cerimonia).