In queste ore, è già in viaggio per il centro di accoglienza di Brindisi il gruppo di profughi che questa mattina è approdato a bordo di un peschereccio sulla spiaggia di S. Caterina.
Si tratta di 98 persone tra iracheni e turchi, tutti maschi. Tra di loro anche dieci minori.
Alle prime ore del mattino, è scattato l' allarme, sul posto è intervenuto un notevole dispiegamento di forze: Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Croce rossa, Protezione civile Edelweiss e Centro italiano per i rifugiati. Le prime azioni sono state volte alla riunione del gruppo. Infatti, molti hanno cercato di darsi alla fuga una volta sbarcati ma nel giro di poche ore sono stati rintracciati.
Si tratta di 98 persone tra iracheni e turchi, tutti maschi. Tra di loro anche dieci minori.
Alle prime ore del mattino, è scattato l' allarme, sul posto è intervenuto un notevole dispiegamento di forze: Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Croce rossa, Protezione civile Edelweiss e Centro italiano per i rifugiati. Le prime azioni sono state volte alla riunione del gruppo. Infatti, molti hanno cercato di darsi alla fuga una volta sbarcati ma nel giro di poche ore sono stati rintracciati.
I profughi presentavano, complessivamente, uno stato di salute tipico dopo queste "traversate" nel Mediterraneo: disidratazione, colpi di calore, qualche linea di febbre. Per qualcuno si è anche reso necessario il ricovero in ospedale.
Lì, i profughi sono stati rifocillati, hanno ricevuto le prime cure e sono stati identificati.
In base alle prime ricostruzioni, il loro viaggio in mare, sempre a bordo del motopeschereccio, sarebbe durato circa dieci giorni, dopo essere partiti da un porto della Turchia, al momento ignoto. Un' altra ipotesi sostiene, invece, che siano stati trasferiti a bordo del natante da una "nave madre", che avrebbe portato con sé il peschereccio per poi, dopo avervi trasferito i profughi, lasciarlo alla deriva una volta giunti in prossimità delle nostre acque territoriali. Probabilmente, la reale successione dei fatti non sarà di facile ricostruzione e si finirà per avere di fronte solo l' ennesimo sbarco di immigrati clandestini. Veri e propri casi umani che sulle coste calabresi stanno ormai diventando cronaca quasi quotidiana.
In base alle prime ricostruzioni, il loro viaggio in mare, sempre a bordo del motopeschereccio, sarebbe durato circa dieci giorni, dopo essere partiti da un porto della Turchia, al momento ignoto. Un' altra ipotesi sostiene, invece, che siano stati trasferiti a bordo del natante da una "nave madre", che avrebbe portato con sé il peschereccio per poi, dopo avervi trasferito i profughi, lasciarlo alla deriva una volta giunti in prossimità delle nostre acque territoriali. Probabilmente, la reale successione dei fatti non sarà di facile ricostruzione e si finirà per avere di fronte solo l' ennesimo sbarco di immigrati clandestini. Veri e propri casi umani che sulle coste calabresi stanno ormai diventando cronaca quasi quotidiana.
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