lunedì 19 maggio 2008

Che fine hanno fatto le strisce pedonali?

Rifatto l'asfalto ma non le strisce. Lamentele dei pedoni.
Nel basso Ionio catanzarese le “zebre” sono state inserite tra le specie in via d’estinzione.
Non è uno scherzo, naturalmente: utilizzandone il “nomignolo” si sta parlando, infatti, delle strisce pedonali che dopo il rifacimento del manto stradale sulla SS 106, in occasione del transito del 91° Giro d’Italia, non sono state ancora ri-tracciate.
La carenza è già stata segnalata diverse settimane addietro sulle colonne delle testate giornalistiche regionali, con annesse le numerose proteste. In particolare, i pedoni hanno lamentato l’assenza di attraversamenti sicuri nei centri abitati.
Nei comuni di Guardavalle, S. Caterina, Badolato, Isca, S. Andrea, San Sostene e Davoli, dunque, chi intenda attraversare a piedi la strada è libero di farlo dove meglio crede ma è anche esposto al pericolo di incidenti coi mezzi in transito.
Nei giorni scorsi, anche Franco Nisticò, coordinatore del comitato per i diritti del basso Ionio, ha accolto con favore il rifacimento dell’asfalto sulla SS 106 (lamentando anche lui l’assenza di strisce pedonali) ma criticandone la tempistica: “I lavori sono stati eseguiti solo perché sulla strada doveva passare il Giro d’Italia, altrimenti, è il mio timore, avremmo ancora avuto la solita mulattiera”.
Il sospetto, in effetti, parrebbe fondato, anche alla luce del fatto che se si va ad osservare il centro abitato di Soverato, lì le strisce pedonali sono state pitturate. Sarà forse perché Soverato ha ospitato il “traguardo volante” del Giro e, dunque, era un tratto con copertura televisiva garantita?
La sensazione è questa, tenuto anche conto del fatto che, guarda caso, i numerosi cartelli di protesta (a Badolato in particolare) contro la pericolosità della SS 106 non hanno ricevuto alcun cenno dalle telecamere che, pure, avrebbero potuto aprire su di essi il loro occhio. Chissà, forse una regia “buonista” ha ritenuto opportuno mostrare solo alcuni aspetti del territorio, sorvolando su molti altri.
Certo, era solo un evento sportivo, non un reportage d’attualità sui problemi del comprensorio ionico. Forse, però, da questi grandi palcoscenici potrebbero giungere, ogni tanto, contributi per dare voce a regioni e territori che vengono facilmente dimenticati e che, quasi mai, riescono a far giungere la propria voce alla ribalta nazionale.

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