martedì 19 febbraio 2008

Il degrado nei pressi del Salubro

Non basta possedere una natura incontaminata e un affascinante corso d’acqua né, a poca distanza, ospitare un’antica testimonianza bizantina. Per salvare un luogo dall’inquinamento "volontario" e dall’inciviltà umana forse bisognerebbe "blindarlo".
Il caso del fiume Salubro, che segna il confine tra i Comuni di S. Andrea e Isca, è emblematico dell’incuria che regna negli angoli più graziosi e reconditi della campagna calabrese.
Un nome evocativo quello del fiume ma lungo il suo corso, nei pressi della località Campo, e anche oltre per la verità, sono stati depositati tutti i tipi di rifiuto. In un primo "lotto" si trova materiale di risulta da cantiere, calcinacci e barattoli di vernice, copertoni d’auto usati, arrugginiti bidoni in ferro, materassi ormai dati alle fiamme, mobili e persino un cofano d’automobile, i sedili, invece, sono stati portati via dall’acqua qualche tempo fa e, probabilmente, saranno finiti in mare.
Poco più in alto, procedendo verso la zona collinare che ospita anche una cava di pietre, un frigorifero fa compagnia ad una carcassa di Vespa dagli improbabili colori della bandiera giamaicana, proprio nei pressi di una suggestiva cascatella immersa nel verde.
Scendendo verso il mare, invece, poco prima di varcare il confine con Isca e in mezzo a rigogliosi canneti, si trova addirittura qualche perniciosa lastra in eternit e altro materiale abbandonato. Dunque, accanto alla bellezza dei reperti archeologici e degli antichi affreschi custoditi dalla chiesa di Campo a neanche cento metri di distanza, questi sono gli altri “reperti”.
Quelli che testimoniano il grado di sviluppo dell'attuale civiltà: la nostra.
E non è purtroppo la prima volta che questi luoghi, altrimenti incontaminati, diventano vittime della barbarie ambientale. Da anni, infatti, esiste una reale problematica che riguarda il controllo territoriale di questi siti. La loro lontananza dai centri abitati e il fatto di essere utilizzati solo ai fini di un’autarchica attività agricola li portano ad essere “meta preferita” di chi, nell’ombra, smaltisce illegalmente i propri rifiuti.
Eppure, oggi i Comuni offrono la possibilità di smaltire il materiale ingombrante dei privati attraverso la normale catena di prelievo della spazzatura. Mentre per i rifiuti speciale, quelli derivanti da cantieri o da altre attività per intenderci, esistono rigorose e specifiche procedure. Evidentemente, smaltire illecitamente tali rifiuti comporta un risparmio sui costi di gestione, permettendo margini di profitto più elevati.
Peccato però che, oltre a deturpare l’ecosistema, ciò rappresenti un grave reato contro l’ambiente e, si può tranquillamente aggiungere, contro la collettività. A sottolinearlo sta anche il recente sequestro di un’altra discarica abusiva nei pressi della pineta di S. Andrea, provvedimento messo in atto dalla locale stazione dei carabinieri guidata dal maresciallo Giuseppe Vergallo.
Ora, dovrebbe toccare alla località del Salubro, anche se le numerose stradine presenti, necessarie per la comunicazione strettamente locale, non consentiranno la chiusura tout court dell’accesso.
Per il momento, sarebbe già un bel segnale un’adeguata pulizia e bonifica del sito. Forse, qualcosa di positivo in tal senso potrebbe giungere dai futuri lavori di messa in sicurezza del fiume che il comune di Isca dovrà effettuare nell’ambito di un recente Accordo di Programma Quadro con la Regione.

1 commento:

Pino Amoruso ha detto...

Ciao, un passaggio solo per un semplice saluto...
A presto e buona giornata ;-)