giovedì 17 gennaio 2008

Il ricordo di Alessandro Voci

Di seguito, il testo dell' orazione funebre al dott. Voci che don Edoardo Varano ha tenuto nella Messa di oggi pomeriggio.

IN OCCASIONE DELLE ESEQUIE DEL DOTT. ALESSANDRO VOCI
S. Andrea Jonio, Parrocchia SS. Pietro e Paolo, 17 gennaio 2008
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Parlare del nostro carissimo Sandro, voglio così chiamarlo,come facevo nei nostri frequenti incontri, mi ha messo in stato di conflitto con me stesso. Parlare di lui, in vita sempreumile, semplice e modesto, mi sembrava voler mettere in mostra i tanti valori che hanno caratterizzato e arricchito la sua esistenza terrena, gelosamente custoditi in cuore, ripudiando ogni forma di sfacciato esibizionismo. Non posso però esimermi dal ricordare, in questa dolorosa circostanza, alcuni tratti caratteristici della sua composta personalità, come da me direttamente conosciuta. Non mi azzardo a menzionare, uno per uno, tutti i prestigiosi e delicati incarichi, a livello nazionale, a lui conferiti nella Pubblica Amministrazione. Li conosciamo tutti. La sua luminosa carriera, non fu dovuta a smodata sete di potere e tantomeno ad occulte manovre di ributtante servilismo, ma solo a chiaro e obiettivo riconoscimento elle sue eccellenti doti e capacità umane, della sua profonda preparazione culturale e professionale e soprattutto della sua rettitudine di coscienza.
Questa ultima fu la sua fondamentale e irrinunciabile guida nell' esercizio delle alte funzioni a lui affidate, in cui era facile sporcarsi le mani, come purtroppo avviene in tempi torbidi e convulsi come i nostri. Com' era da prevedersi, ciò gli procurò anche incomprensioni e laceranti sofferenze, che seppe però superare con l' aiuto della fede. Una nota particolare voglio rimarcare della sua vita. La sua bontà e disponibilità di venire incontro a chi gli chiedeva aiuto in particolari difficoltà, specie se si trattava di andreolesi, nei quali, come di riflesso, vedeva il paese natio: S. Andrea dove nacque, fu educato umanamente e cristianamente e dove sopra tutto forgiò il suo carattere forte, generoso, pronto ad affrontare i futuri e duri sacrifici che l' attendevano. S. Andrea, il suo paese, che portò sempre in cuore, dedicandogi tante poesie in vernacolo, tra le quali ricordo il bellissimo inno al nostro Protettore, musicato dal nostro compaesano Maestro Mario Grandinetti e l' autoambulanza Croce di S. Andrea ottenuta per suo interessamento.
Per questo radicato attaccamento al paese, fu vicino anche agli andreolesi residenti a Roma, per i quali fu sempre punto di riferimento, tanto da essere eletto ultimamente Presidente onorario dell' Associazione Romana Andreolesi (ARA). Fra i suoi amori, oltre a quello intenso verso la consorte, figli e famliari, mi piace ricordare il suo francescano attaccamento alla natura, alla campagna, agli alberi, ai suoi due piccoli vigneti di S. Sostene e Roma, che potava e curava con le sue mani, fino alla raccolta dell' uva da cui traeva buon vino, che tante volte mi portò alla Villa della Fraternità. Vivere a contatto con la natura, costituiva per lui sollievo, gioia e pace come
solitamente mi ripeteva. Uno tra tanti suoi amori, permettete ricordare quello verso la Villa della Fraternità e nel momento critico di crescita.
Avevo appena iniziato i lavori di costruzione del nuovo grande edificio e devo dire che la Divina Provvidenza si servì, fra l' altro, proprio di lui che nel frattempo era a capo dei servizi sociali. Con l' occhio aperto all' Opera nascente, intervenne subito in aiuto concedendo, a varie riprese, sostanziosi contributi fino a raggiungere una omma rilevante in milioni. lo non potevo che ringraziarlo di continuo, ma lui con senso di intima soddisfazione diceva: " Don Edoardo, se penso a tanti altri, vuoi proprio che dimentichi l' Opera caritativa e assistenziale che si costruisce a S. Andrea, mio paese? Vai avanti e affidati alla Divina Provvidenza!"
Da allora nacque questo connubio tra lui e la Villa della Fraternità. Questo affetto, non venne meno dopo finita la sua carriera a mministrativa, ma continuò sempre, come dimostra la sua inappuntabile presenza alla Messa domenicale presso la Villa della Fraternità durante la quale leggeva sempre la prima lettura biblica.
L' ultima dimostrazione di quanto fosse profondo il suo affetto verso la Villa della Fraternità, fu l' occasione dell' inaugurazione del Centro Medico "Nuova Calabria" il 15 dicembre 2007. Da pochi giorni era ritornato a Roma ma, ricevuto l' invito di partecipazione, mi chiamò per telefono dicendomi: "Don Edoardo, verrò per questa circostanza a S. Andrea, e così fu.
Ecco una breve sintesi della vita di Sandro. Egli, certamente, non lasciò scritto il testamento spirituale come suole farsi da noi Preti, ma permettetemi di dire che il suo testamento spirituale è la sua stessa esistenza terrena, vissuta in compagnia della fede, dell'amore verso il prossimo e della coscienza mai tradita nel compimento dei propri doveri.
In questo momento di profonda tristezza per la sua improvvisa dipartita, c' è di conforto la certezza che lui, risorto in Cristo, è vivo nella Gerusalemme Celeste, dove ci attende. A te, carissimo Sandro, grazie di cuore per il bene fatto, per i nobili esempi lasciatici, grazie da parte mia e della Villa della Fraternità per quanto, con cuore grande hai saputo per essa operare.
E ora permetti che, come sempre nel lasciarci, stringendoci la mano, ci dicevamo:
Arrivederci.
S. Andrea Jonio, 17 gennaio 2008
Don Edoardo Varano

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