lunedì 10 settembre 2007

10 settembre 2000, l' alluvione a S. Andrea

Sette anni fa a S. Andrea ci si svegliava all' alba sotto una pioggia incessante. Era domenica 10 settembre 2000. Affacciandosi alla finestra bisognava sforzarsi per poter vedere oltre la fitta coltre di acqua che con violenza scendeva giù.
Il rumore, soprattutto, era spaventoso. Mai visto prima un fenomeno meteorologico di tale violenza. La strada Nazionale 106 si era letteralmente trasformata in un fiume, dei marciapiedi era possibile scorgere solo il corrimano rosso, mentre un treno era bloccato nella stazione, essendo spariti alla vista i binari, sommersi dall' acqua.
Qualcuno, con stivaloni e cerata, riusciva a sbloccare i pozzetti delle acque reflue, le cui grate erano intasate da materiale vario. Con tale azione si agevolava il deflusso del "fiume", facendone scendere l' altezza.
Sembrava che il paese fosse direttamente collegato da un tappeto d' acqua con il mare, il cui continuo "boato" era davvero terribile. Man mano che la luce diurna aumentava e la pioggia scemava d' intensità si poteva capire l' entità di quanto stava accadendo.
A parte le cantine dei palazzi lungo la 106, invase dall' acqua (fino a due metri d' altezza), fuori era tutto fango, automobili "galleggianti" e ogni sorta di materiale trasportato dall' acqua.
Lo straripamento del "Cupito" aveva colpito duro nel centro della Marina ma solo dalla strada statale, risparmiando la gran parte di via Aldo Moro. Solo in tarda mattina si sarebbe appreso che anche il fiume "Bruno" era straripato allagando in località "Mirarchi" e, in particolare, solo dai TG nazionali sarebbe giunta la notizia che a Soverato, il camping "Le Giare" era stato spazzato via dal torrente "Soverato" con numerosi morti e dispersi.
Sin da subito, nel nostro paese ci si è messi all' opera per ripulire tutto. Il traffico veicolare era stato deviato temporaneamente su via Aldo Moro, essendo la strada Nazionale impraticabile per il fango.
S. Andrea era irriconoscibile, impossibile raggiungere il centro storico perché lungo la strada provinciale c' erano stati numerosi smottamenti e cedimenti del terreno. Il fango e l' acqua la facevano da padrone in molti quartieri e in tante abitazioni. La spiaggia, stravolta, era diventata un enorme ammasso di legnami vari e di rifiuti di ogni genere, persino carcasse di animali portate giù anche dal "Salubro", mentre il mare "mugghiava" da fare spavento.
L' emergenza era totale e nei giorni successivi, il fango la polvere e il sudore furono a lungo compagni di strada degli andreolesi, impegnati, dai bambini fino agli anziani, per riportare la normalità nelle case. Seri i danni causati, cui ciascuno ha dovuto pensare da sé dal punto di vista economico e organizzativo.
Tornando ad oggi, ho scritto questa sintetica cronaca dell' alluvione del 2000 per dare un ricordo di quell' evento a sette anni di distanza. Un ricordo per quanto accaduto da noi, che abbiamo subìto a livello materiale, ma anche, anzi soprattutto, un ricordo per le tredici persone che a pochi chilometri di distanza da S.Andrea hanno perso la vita in quella tragica giornata al camping "Le Giare". Di una di esse, Vinicio Caliò, non è stato mai ritrovato nemmeno il corpo.

1 commento:

Antonio ha detto...

Sembra ieri, eppure sono passati già 7 anni.
Non ho visto di persona i danni, però mi è bastato dare un'occhiata a qualche foto e sentire i racconti della gente per capire quello che realmente è accaduto...
Cantine allagate, mobili galleggianti, auto piene di fango sono solo le prime "istantanee" che mi vengono in mente.
La cosa più triste poi è tutta la vicenda legata all'ex camping "Le Giare". Tragedia che si poteva e doveva evitare!!!